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5 Giugno 2025
- Posted by: Aesse
- Categoria: Notizie
Capitolo 2.4
Bce e Banche centrali nazionali
Questa progressiva smaterializzazione dei pagamenti ha indotto le banche centrali a studiare una valuta elettronica, per non lasciare il monopolio dei pagamenti hi-tech ad attori privati, con tutti i rischi del caso.
Come ha spiegato Fabio Panetta, membro dell’Executive Board della Banca centrale europea, si vuole trovare una soluzione pubblica a un trend di abbandono del contante e di aumento delle transazioni hi-tech: una valuta al passo coi tempi. Un euro digitale, quindi, che – come spiega la Bce – sarebbe una forma di denaro elettronico emessa dall’Eurosistema (quindi dalla stessa Bce e dalle banche centrali nazionali dell’eurozona) accessibile a tutti i cittadini e le imprese.
Sostitutivo o complementare al contante
«L’euro digitale non rimpiazzerebbe il contante – spiega a chiare lettere Francoforte sul suo sito – ma sarebbe complementare alle banconote, poiché l’Eurosistema continuerà ad assicurare che i cittadini dell’area euro abbiano accesso al cash». E’una nuova scelta per pagare in modo più semplice, conclude la Bce, «contribuendo all’accessibilità e all’inclusione».
Minaccia o opportunità
In realtà l’avvento di un euro digitale sarebbe molto più dirompente (e la Bce lo sa bene). «Sin dalla loro introduzione, le CBDC sono state viste come un fenomeno che avrebbe potuto mettere in difficoltà il sistema bancario tradizionale – spiega Alessandro Tentori, Chief Investment Officer di AXA IM e autore di diversi articoli e pubblicazioni sul tema – . Il fatto che possano sostituire le banche in una delle loro funzioni tradizionali, ovvero i pagamenti, viene considerato una minaccia in quanto inciderebbe sul reddito derivante da tale attività, sul conto economico e sulle riserve di capitale».
Quale rischio per le Banche
Il rischio per le banche è insomma di dover affrontare un nuovo periodo di disintermediazione, spiegato da alcuni economisti, dopo quelli degli anni Ottanta e Novanta, quando la crescita di Borse e mercati finanziari intaccarono il ruolo degli istituti di credito come principali fornitori di finanziamenti per l’economia reale.