- 1 Dicembre 2022
- Posted by: Aesse
- Categoria: Notizie
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#1 – DEBT/EQUITY
Questo rapporto indica il grado di equilibrio tra mezzi di terzi e mezzi propri ed è molto utilizzato per monitorare il rischio finanziario delle aziende.
Non esiste una regola di quanto sia “troppo debito”, ma possiamo dire che questo indicatore va sempre tenuto sotto controllo per evitare di schiacciare l’azienda sotto una mole insostenibile di debiti che oltretutto fanno lievitare gli oneri bancari, cioè un costo fisso.
#2 – DEBT/EBITDA
Questo indice è direttamente collegato al precedente, infatti esprime la capacità dell’azienda di coprire i debiti mediante il reddito derivante dalla gestione caratteristica. Il rapporto mostra, a grandi linee, entro quanto tempo l’azienda potrà ripagare il debito.
Un rapporto pari a 6, ad esempio, indica che saranno necessari 6 anni per ripagare i debiti finanziari esistenti (attenzione: non comprende gli interessi) e quindi, in generale maggiore è il rapporto, minore è la capacità dell’impresa di ripagare i debiti verso gli istituti di credito.
#3 – DEBT Service Coverage Ratio
Questo indice mostra la capacità dell’impresa di far fronte alle uscite di cassa dovute al rimborso di debiti (quota capitale + interessi) nell’anno.
Se è pari a 1 significa che tutto il flusso di cassa operativo è utilizzato per ripagare i debiti contratti e se è inferiore a 1 significa che l’azienda non sarà in grado di far fronte alle uscite finanziarie con il flusso di cassa generato dalla sua gestione operativa.
#4 – EBITDA margin
La redditività operativa è un indicatore fondamentale per comprendere l’efficacia della gestione operativa dell’impresa. Questo viene calcolato come rapporto tra l’EBITDA ed il fatturato. Ad esempio se l’EBITDA è pari a 100.000€ e il fatturato è di 2.000.000€, l’EBITDA margin sarà del 5%.
Come spesso accade quando si parla di indici è difficile trovare un valore di riferimento adatto a tutte le aziende, perché molto dipende dal settore e dal mercato in cui si trovano e dalle strategie che adottano, ma in generale possiamo dire che l’EBITDA margin dovrebbe essere almeno pari a 10%. Inoltre si deve sempre puntare al miglioramento, infatti avere un EBITDA margin in crescita negli anni è sicuramente un fattore positivo per chi sta osservando e valutando l’azienda.
#5 – ROI
Questo indicatore è calcolato come il rapporto fra l’EBIT ed il capitale investito netto ed in sostanza mostra a quanto ammonta la redditività̀ operativa degli investimenti aziendali.
Viene utilizzato dalle banche per capire se l’investimento nell’impresa sia conveniente; una volta calcolato il ROI dell’azienda, che rappresenta il rendimento che si aspettano in termini percentuali, viene messo a paragone con altri possibili investimenti che hanno un livello di rischio simile e naturalmente se quello della nostra azienda è più basso non è un segnale positivo.
#6 – Cash to Cash Cycle
Il cash to cash cycle (DSI + DSO – DPO) è una metrica che esprime il tempo (misurato in giorni) necessario ad un’azienda per convertire i suoi investimenti in scorte e altre risorse in flussi di cassa dalle vendite.
Per calcolarlo si devono calcolare i tempi delle tre diverse fasi che lo compongono:
- DSI: durata del magazzino
- DSO: durata dei crediti verso i clienti (emissione/incasso fattura)
- DPO durata dei debiti verso fornitori (acquisto beni/pagamento debito)