- 3 Maggio 2024
- Posted by: Aesse
- Categoria: Notizie
(Report 2.2 – Fonte Il Sole 24 ORE)
Famiglie in difficoltà
L’Osservatorio della Società Benefit Save Your Home suddivide le famiglie italiane in 4 cluster:
le famiglie solide, quelle resilienti, quelle in bilico e quelle insolventi.
Dall’indagine emerge come le famiglie in bilico e quelle insolventi (16%) siano quelle che si trovano in una posizione di maggiore criticità.
Tra le famiglie in bilico, il 46% dichiara di avere in corso un prestito finalizzato all’acquisto di un bene o servizio (per le famiglie insolventi è pari al 44%), o un prestito legato ad una necessità di liquidità senza uno scopo predeterminato (30% delle famiglie in bilico e 20% delle famiglie insolventi), o una rateizzazione di pagamento tramite carta revolving o dilazione “Buy Now Pay Later” (25% delle famiglie in bilico e 43% delle insolventi).
Rate alle stelle
L’Osservatorio rileva anche come a fine 2023, a causa del prolungato incremento dei tassi di interesse, aumentino le famiglie che devono sostenere una rata più alta. Infatti, l’incidenza delle famiglie con una rata mensile (tra mutuo e credito al consumo) superiore ai 700 euro è passata dal 27% al 40%.
La violenta risalita del costo del denaro in meno di due anni ha generato per questo gruppo di famiglie aumenti, che l’Osservatorio stima compresi tra il 35% ed il 119% della rata mensile, con una conseguente contrazione del reddito netto residuo disponibile fino al 51%.
Aggravio e criticità
Tale aggravio del peso delle rate colpisce maggiormente gli italiani con un mutuo a tasso variabile e un reddito annuo lordo fino a 40mila euro (fascia che comprende il 90% dei contribuenti), con una significativa incidenza sul reddito residuo disponibile che, in molti casi, arriva addirittura al di sotto della soglia minima di sussistenza.
Prospettive
La potenziale criticità è destinata a permanere anche nel medio termine, in quanto le prospettive di riduzione futura del costo del denaro sono graduali e diluite nel tempo.
A questo si aggiunge un aumento generalizzato di altre spese che incidono sugli aspetti prioritari della vita: dalla sanità all’istruzione, fino ai generi alimentari e alle utenze domestiche.
Una situazione che determina, inevitabilmente, una sempre più evidente polarizzazione della ricchezza.
Storicamente, l’aumento del tasso Euribor a 3 mesi si traduce in un aumento dei crediti deteriorati con un ritardo temporale di 12 – 18 mesi.