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14 Settembre 2023
- Posted by: Aesse
- Categoria: Notizie
Indebitamento
Quasi due miliardi di euro: questa la somma complessiva dei debiti dei polesani al 31 dicembre scorso.
Nel conto ci sono mutui e leasing, prestiti personali, prestiti contro cessione di stipendio, aperture di credito in conto corrente, forme di credito al consumo in genere e anche altre forme tecniche di prestito che, come indicato dalla Banca d’Italia, non sono specificate nelle statistiche, come carte di credito e prestiti su pegno.
Si tratta, secondo l’elaborazione dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, di una media di 19.026 euro per famiglia. Una cifra consistente, fra l’altro in crescita del 2,2% rispetto al 2021.
Le famiglie
Tuttavia, se raffrontato al resto del Veneto il quadro appare meno pesante: complessivamente, spiega la Cna, lo stock dei debiti bancari in capo a tutte le famiglie della nostra regione si è attestato sul livello record di 52,5 miliardi di euro ed è aumentato del 3,7% rispetto al 2021.
A livello nazionale, il valore medio di indebitamento per famiglia è pari a 22.710 euro, con un più 3,5% sul 2021. Il Veneto, sul fronte dei debiti per famiglia, è al sesto posto in Italia dopo Lombardia, Trentino Alto Adige, Lazio, Toscana ed Emilia Romagna.
«A livello provinciale, invece – si sottolinea nello studio – la situazione più “critica” si è verificata a Padova: il “rosso” in banca medio ammonta a 27.820 euro (più 5,4% rispetto al 2021). Seguono Treviso con 25.639 (più 3,3%), Venezia con 25.092 (più 2,6%), Verona con 25.084 (più 4,3%), Vicenza con 23.891 euro (più 3,3%)».
Solo Belluno, con 18.544 euro di impieghi medi per famiglia, ha una situazione più leggera di Rovigo, con una crescita analoga a quella polesana del 2,2%.
La richiesta
Fra l’altro, come emerso da uno studio dell’osservatorio congiunto di Facile.it e Prestiti.it, l’esplosione dei tassi di interesse se da un lato ha rallentato pesantemente i mutui per l’acquisto di immobili in provincia di Rovigo, con un calo nel 2022 pari al 18,7% rispetto al 2021, non sembra aver fermato la richiesta di prestiti personali, nemmeno in Polesine.
E non è un buon segno, visto che circa un terzo di questi finanziamenti vengono chiesti per far fronte a esigenze di liquidità e sono in aumento anche quelle per far fronte alle spese mediche.
Il rischio
La situazione non va sottovalutata perché, come sottolinea la stessa Cgia, c’è sempre il rischio usura.
«Sebbene in Veneto il numero delle denunce sia pari a una dozzina all’anno, non è da escludere che l’incremento dei debiti delle famiglie spinga più di qualcuno a rivolgersi agli usurai che da sempre sono più “disponibili” di chiunque altro ad aiutare chi si trova a corto di liquidità, soprattutto nei momenti difficili.
È noto a tutti che l’usura è un fenomeno carsico: difficilmente chi è caduto nella rete degli strozzini si rivolge alle forze dell’ordine».