- 6 Marzo 2023
- Posted by: Aesse
- Categoria: Notizie
Imprese, famiglie e banche
Le imprese, che avevano stipulato mutui a tasso variabile, in circa sei mesi, hanno visto aumentare le rate dei loro finanziamenti di circa il 40% a seguito della variazione del prezzo della “materia prima”. E non è finita…
Costo denaro in aumento
Il costo del denaro (tasso di riferimento della BCE) sul mercato “all’ingrosso” è, infatti, cresciuto del 3% dal luglio 2022 mentre il tasso interbancario di riferimento (Euribor), il prezzo che si forma a seguito degli scambi di denaro tra le banche e che, di solito, anticipa il trend del tasso BCE, ha fatto registrare più o meno la stessa crescita a partire da gennaio 2022.
Sembra tutto chiaro, vero?
Almeno per i bancari che, negli ultimi mesi, ripetono la solita litania di fronte allo stupore e alle difficoltà degli imprenditori di sostenere il pagamento di rate sempre più esose: perché mai un fornitore di una materia prima non dovrebbe scaricare integralmente sul prezzo finale al cliente l’aumento che lei stessa sostiene nel momento in cui si rifornisce di denaro?
Compensare gli aumenti
Se così fosse allora, anche un mio cliente che produce infissi in pvc avrebbe dovuto ribaltare completamente sui suoi clienti l’aumento del costo dell’energia elettrica che nell’ultimo anno si è triplicato! Peccato che quando ha tentato di farlo, i suoi principali clienti sono andati a spendere altrove o hanno comunque negoziato con lo stesso solo un limitato incremento di prezzo.
Ecco il punto: con le banche non si negozia o, meglio, non si ha la capacità e competenza per trattare
Quando si entra in quelle cattedrali, così come riportato in altre precedenti news, l’imprenditore, di solito capace di mercanteggiare con qualsiasi altro fornitore della sua azienda, accetta passivamente le condizioni imposte dal rifornitore di denaro – la banca.
Cambiare abitudini
Un rapporto in cui l’imprenditore è sempre down psicologicamente non solo per mancanza di competenze ma anche per una resistenza al cambiamento delle abitudini: in pratica perché ha sempre subìto e non ha mai modificato il piano delle trattative. Eppure il modello di negoziazione per trattare con fornitori potenti lo conosce bene e lo sa anche utilizzare: con tutti ma non con le banche! Perché mai?
Rapporti di forza
Le aziende che si trovano in una posizione di debolezza nei confronti dei loro fornitori devono ridefinire il rapporto in senso strategico, affrontando il problema come una sfida vitale per la sopravvivenza.
Amministratore e responsabili amm.vi e finanziari
Non possono cioè più affidarsi solo alle difficili negoziazioni portate avanti da un amministratore sprovveduto o da un responsabile amministrativo che non ha alcuna competenza o formazione al riguardo, specie in ambito bancario