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27 Marzo 2023
- Posted by: Aesse
- Categoria: Notizie
“La cura della Bce può portarci in recessione e i tassi troppo alti rischiano di uccidere la crescita”
Le imprese
Il sistema produttivo italiano è forte, ma darlo per scontato, soprattutto in un periodo come questo pieno di insidie, sarebbe un errore. Anzi «un’illusione».
È il monito del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che a Firenze – in occasione della prima Conferenza nazionale delle Camere di commercio -è tornato a chiedere al governo di sostenere gli investimenti delle imprese e i consumi delle famiglie col taglio del cuneo fiscale, e ha criticato la politica monetaria restrittiva della Bce.
Inflazione e recessione
«Non vorrei che per contrastare l’inflazione entrassimo in recessione» ha osservato. «Perché sì, vero, abbiamo vissuto 10 anni di tassi negativi, ci hanno anestetizzato, ma quello che sta facendo la Bce sta andando oltre quello che deve essere fatto a contrasto dell’inflazione: c’è differenza tra quella americana e quella europea (dovuta soprattutto all’impennata dei costi energetici, ndr)».
Bisogna evitare di arrivare al paradosso di quel medico che dice: «La ricetta era giusta, l’operazione è andata bene ma purtroppo il paziente è morto».
Stime e previsioni
Secondo le stime di Confindustria, nell’ultimo quadrimestre di quest’anno l’inflazione dovrebbe attestarsi intorno al 5-6%, in calo rispetto ai valori attuali. I dati sulla produzione manifatturiera – «che fa da traino a tutto il resto» ha ricordato Bonomi – nel frattempo sono attesi in rallentamento nel secondo semestre dell’anno.
2023 e 2024
Il 2023 dovrebbe chiudere a + 0,4%, eredità positiva del 2022. Andrà meglio nel 2024 con il Pil in aumento dell’1,2%, «grazie – la previsione del Centro studi di Confindustria – al rientro dell’inflazione, alla politica monetaria meno restrittiva e alla schiarita nel contesto internazionale».