Cosa può succedere dopo il crollo della Silicon Valley Bank in California? Perché c’è stato il crack? Analogie con la crisi della Lehman Brothers?

SVB
La Silicon Valley Bank, specializzata in capitale di rischio, è stata chiusa la mattina di venerdì 10 marzo dalla Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) della California dopo massicci prelievi da parte dei clienti il ​​9 e 10 marzo, innescati dal bisogno di liquidità e dai rumors di un possibile crack.
Con sede a Santa Clara, SVB è stato il 16° istituto bancario statunitense, con un patrimonio di circa 210 miliardi di dollari – pari a oltre 197 miliardi di euro – e il più grande fallimento bancario dalla crisi finanziaria del 2008 innescata dalla Lehman Brothers che tutti ricordiamo.

Fallimento e assicurazione
La banca, ora sottoposta a fallimento e controllata dalla FDIC, ha riaperto lunedì 13 marzo con depositi fino a 250mila dollari garantiti dalla legge federale americana. Adesso, tutto dipende da quanto denaro verrà recuperato quando la banca verrà liquidata o venduta. Alla fine di dicembre 2022 – per aver un numero – SVB deteneva depositi per 175 miliardi di dollari.
Il problema è che l’89% di questa ingente somma non era assicurato.

Cosa rischiamo in Europa e in Italia?
Molto improbabile che possa avvenire da noi qualcosa di analogo, perché le banche europee e italiane osservano in modo stringente le regole di Basilea 3.
“In generale, le banche europee hanno circa 3 mila miliardi di liquidità in eccesso, pari a un quarto dei depositi. In Italia il liquidity coverage ratio, cioè l’indice che dice per quanti giorni una banca può coprire con le sue riserve i fabbisogni di liquidità, è del 160%, mentre il net stable funding ratio, che misura la capacità di equilibrio tra attività e passività, è del 130%, ben al di sopra del 100% richiesto”.

Tranquilli quindi…
Ad inizio settimana – lunedì 13 – la maggior parte degli analisti finanziari riteneva che non ci trovavamo di fronte a una minaccia alla stabilità finanziaria paragonabile a quella, drammatica, di allora.

…ma non troppo!
Già ieri – mercoledì 15 – le Borse andavano a picco con Milano a -4,6%, ma soprattutto con il crollo di Credit Suisse, in perdita di oltre il 24% e con vendite abbattutesi su tutto il comparto.

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