Gli aumenti dei tassi di interesse contrastano l’inflazione

Per studiare come i tassi di interesse influenzano l’inflazione, dobbiamo prima chiarire come funziona l’inflazione. 

Per semplificare possiamo dire che l’inflazione, cioè la crescita dei prezzi dei beni di consumo, si verifica quando troppi soldi inseguono troppo pochi beni. 
Le cause sono da ricondurre ai due anni di pandemia a cui è seguita la ripresa della domanda di consumo a cui è seguita una nuova interruzione della catena di approvvigionamento aggravate dalla guerra in Ucraina. 
Per dirla più semplice sono schizzati alle stelle i prezzi di energia e alimentari.

In uno scenario con un’inflazione in crescita, la Banca centrale di un Paese come reagisce? 

Alzando i tassi d’interesse, ossia aumentando il costo del denaro per scoraggiare l’accesso al credito; in questo modo comincia a circolare meno valuta e, inevitabilmente, l’inflazione tende a diminuire. 

Le banche commerciali trasferiscono una parte di queste tariffe più elevate ai propri clienti, il che riduce il potere d’acquisto di imprese e consumatori.
Ad esempio, diventa più costoso prendere in prestito denaro per una casa o un’auto.

In definitiva, gli aumenti dei tassi di interesse agiscono per rallentare la spesa e incoraggiare il risparmio. 
Questo motiva le aziende ad aumentare i prezzi a un ritmo più lento, o a prezzi più bassi, per stimolare la domanda.