La Bce prevede tassi alti più a lungo Bonomi: «La stretta errore gigantesco»

Cosa aspettarsi?
Toccherà aspettare qualche settimana per comprendere se effettivamente la Commissione europea «capirà la situazione» che ha portato il governo a indicare il deficit al 5,3% nel 2023 e al 4,3% nel 2024 nella sua nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza.
Almeno fino al 15 ottobre quando l’Italia invierà il documento programmatico di bilancio. 

Spread
Intanto il differenziale dei rendimenti tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi continua gradualmente, ma costantemente, a salire. Ieri lo spread ha toccato i 200 punti base, per poi ritracciare e tornare verso i 194 punti. Il rendimento del Btp decennale è arrivato al 4,92%, ad un soffio dal 5%, stesso livello di febbraio 2012, quando al governo c’era Mario Monti e prima del «whatever it takes» di Mario Draghi. Ma non è solo l’Italia a soffrire.
Ad essere ai massimi da dieci anni a questa parte sono i rendimenti dei titoli pubblici di tutta l’Eurozona.

La ragione
La ragione principale è l’attesa di tassi alti per un tempo più lungo del previsto.
Un’inflazione più elevata per più tempo significa, come detto, che anche la politica monetaria restrittiva avrà una durata maggiore. In questo contesto i Paesi destinati a soffrire di più sono quelli con un debito elevato, come l’Italia.
Prima dell’approvazione della Nadef, la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha ricordato come con gli ultimi aumenti il costo degli interessi sul debito pubblico italiano sia aumentato di 15 miliardi di euro. Anche il percorso di discesa del debito si è sostanzialmente interrotto. Il prossimo anno rimarrà al 140,1% del Pil, e nel 2026 sarà ancora superiore al 139%.

Bonomi – Presidente di Confindustria
Le politiche delle banche centrali sono state fortemente criticate ieri dal presidente degli industriali Carlo Bonomi. «Veniamo», ha detto, «da un decennio di tassi negativi» e questo «era un’anomalia.
Ma il ritmo sostenuto dell’aumento dei tassi è stato dovuto a un errore gigantesco di Fed e Bce, che giudicarono l’inflazione un fenomeno del tutto temporaneo». Ma ora abbiamo bisogno di un approccio equilibrato».
Intanto l’indice di fiducia dei consumatori è calato per il terzo mese consecutivo raggiungendo il valore più basso dallo scorso giugno.