CGIA Mestre: ritorna l’usura anche nel Nordest

Quali categorie colpite?
Dopo anni di calo, secondo uno studio della Cgia di Mestre sono quasi 118mila le imprese italiane che si trovano a rischio credito, + 2.600.
Un aumento che si registra anche in Veneto dove sono quasi 8.200 le imprese a rischio, in crescita di 314 unità (+ 4 per cento).
Si tratta prevalentemente di artigiani, esercenti, commercianti o piccoli imprenditori che sono “scivolati” nell’area dell’insolvenza e di conseguenza segnalati dagli intermediari finanziari alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia, il che preclude a queste attività di accedere a un nuovo prestito.

Balzo a Venezia
A livello provinciale, il numero più elevato di imprese insolventi si concentra nelle grandi aree metropolitane con Roma al primo posto con 10.827 aziende.
In Veneto le situazioni più critiche sono a Vicenza con 1.639 attività segnalate alla Centrale dei Rischi, Padova con 1.661, Verona con 1.593 e Treviso con 1.417, poi arriva Venezia con 1.192 attività in bilico, + 104 sul giugno 2023, + 9,6%, l’incremento percentuale più importante. Seguono Treviso con il + 5,4%, Rovigo (462 imprese) e Belluno (233) entrambe con il + 5 per cento. 

L’area più «a rischio» è il Sud, dove si contano 39.538 aziende in sofferenza (il 33,6%), il Nordovest con 29.471 (25%), il Centro con 29.027 (24,7%) e infine il Nordest con 19.677 (16,7%). Ad eccezione degli anni caratterizzati dalla crisi pandemica, dal 2011 ad oggi i prestiti bancari alle imprese italiane sono crollati: tagliati 350 miliardi, il 52,4%.